lunedì 30 novembre 2015

Snoopy & Friends - Il Film dei Peanuts

Con colpevole ritardo occupiamoci del film d'animazione che sta occupando le sale negli ultimi venti giorni, Snoopy & Friends - Il Film dei Peanuts, diretto da Steve Martino e scritto da Cornelius Uliano e da Craig e Bryan Schulz, rispettivamente figlio e nipote del creatore dei personaggi protagonisti della striscia Peanuts, Charles Shulz.



Allora, bando alle ciance, Snoopy & Friends (in madrepatria intitolato The Peanuts Movie) è IL film dei Peanuts, sensa se e senza ma.
Ma iniziamo con ordine. Per quei quattro gatti che non sapessero cosa sono i Peanuts (sventura a voi), si tratta di una striscia umoristica scritta e disegnata da Charles M. Schulz dal 1950 al 2000, che parla della vicende quotidiane di un gruppo di bambini, tra i quali Charlie Brown, Patty, Violet, Schroeder, Lucy, Linus, il cane Snoopy e l'uccellino Woodstock. Il fumetto ha fatto innamorare generazioni di lettori, soprattutto per la capacità di parlare attraverso queste "personcine" delle paranoie, le frustrazioni e le convinzioni del mondo adulto, un fumetto che a dispetto della sua definizione di umoristico, spesse volte più che ridere spinge alla riflessione e al riso amaro, spingendoci a ricalibrare la nostra visione del mondo.

Il film decide di porre come linea narrativa principale un evento su cui nella striscia si era sempre glissato, lasciandolo off-screen, pur nella sua importanza, essendo un leitmotiv che il personaggio di Charlie Brown si porterà dietro a lungo: l'incontro con la bambina dai capelli rossi. Ciò si miscela con le avventure oniriche di Snoopy che lotta nei cieli della Prima Guerra Mondiale contro il Barone Rosso.



La struttura è episodica, spandendo la narrazione in tutti i nove mesi di scuola e presentando le varie occasioni in cui Charlie Brown tenta senza apparente successo di essere un vincente e avvicinarsi alla ragazza del suo cuore. L'episodicità, però non pesa sulla pellicola, ma anzi appare voluta, per presentare lo schema a striscia e trasmettere l'atmosfera che permea il materiale originale. 
L'unico stacco che si fa sentire maggiormente è quello con le scene dello Snoopy aviatore, che sì comunicano un aspetto alquanto rilevato della striscia, in cui via via la presenza del brachetto si era fatta sempre più massiccia, se non invadente, ma probabilmente intacca la coesione dei vari momenti.
Ogni frammento comunque riesce a comunicare in modo fedele ed appetibile anche per i neofiti, lo spirito dell'originale.
I personaggi sono trattati nel modo più rispettoso possibile. Il lavoro degli autori si concentra giustamente su Charlie Brown, reso in modo tale da far affezionare ed in parte immedesimare lo spettatore, presentandolo come un perdente dal buon cuore, che è sempre pronto a spendersi per gli altri e soffre per le sue sconfitte, sentendosi giudicato ed impossibilitato a fare qualcosa di buono nella sua vita. Anche la svolta che avviene sul finale (e che ha fatto risentire parte dei fan, perchè a loro parere si sarebbe snaturata l'essenza del personaggio) è certamente un riconoscimento, quello che Charlie aveva sempre ricercato vanamente su carta, ma non intacca il valore ed il messaggio veicolati dalla pellicola, poichè è molto meno della svolta epocale ritenuta. La stessa scena dopo i titoli di coda lo evidenzia. Non si tratta di un cambiamento straniante, quanto di un elemento in più, che contribuisce a dare forza al film.

Per gli altri si tratta di riversare la forte caratterizzazione cartacea, attraverso una recitazione che esalta le loro caratteristiche. Ecco allora la prepotente Lucy, il saggio Linus, l'esuberante Snoopy, il musicofilo Schroeder, la spavalda Piperita Patty, contribuiscono a formare un ambiente familiare, in cui lo spettatore si muove agevolmente e si sente a casa.



A livello tecnico si assiste ad un'animazione in computer grafica che riesce a porsi in una via di mezzo verso una tecnica tradizionale, attraverso la scelta di volersi rifare in modo molto forte alle pose e alle tecniche espressive della striscia, inserendo anche elementi realizzati realmente in animazione a mano, come le espressioni dei personaggi e gli effetti onomatopeici, senza rinunciare a presentare ambientazioni molto tipicamente cgi e rese della texture sui personaggi notevoli(ad esempio il pelo di Snoopy). Un percorso che consente di non snaturare le dinamiche recitative dei personaggi, che sembrano presi di peso dalla loro controparte cartacea e portati sullo schermo tali e quali, senza variazione alcuna. L'operazione è da essere rimarcata, perchè si pone nel solco del tentativo odierno degli studi di animazione di cercare quel mood 2D, che il passaggio all'animazione computerizzata, nello scorso decennio, aveva fatto in buona parte perdere. In particolare finora è stat la Disney con corti quali Paperman e Feast ( nei lungometraggi con la volontà di far percorrere una strada pittorica alla cgi, ad adoperarsi in tal senso). Però il tentativo della Blue Sky appare isolato, volto unicamente a restituire allo spettatore il feeling della striscia originale.



A livello registico ci si trova davanti ad un prodotto di alto livello, che riesce ad equilibrare scene frenetiche (come gli inseguimenti in aereo) a momenti più raccolti, in cui l'attenzione è posta unicamente sui "drammi" dei personaggi, veri modelli vivi che si muovono sulla scena. La colonna sonora di Cristophe Beck poi riveste un ruolo fondamentale in dare un filo conduttore all'opera e a trasportare il pubblico in un'atmosfera familiare ed accogliente.


- Alter Petrus

Nessun commento:

Posta un commento