venerdì 18 settembre 2015

Inside Out


Finalmente il 16 Settembre è sbarcato nelle sale Inside Out, il nuovo film Pixar, ideato e diretto da Pete Docter.



Docter ci aveva già deliziato con Monsters & Co., ma soprattutto con Up, che considero il mio film Pixar preferito, e neanche questa volta delude le aspettative, con un film divertente che pone però lo spettatore di fronte  a serie riflessioni.


La Pixar esce da un periodo in cui, esclusi i sequel, l'ultimo prodotto originale era stato Brave, non certo un film esente da difetti, anzi, soffrendo forse in parte del ritorno della grande animazione Disney, che poneva la situazione dei due studi in difficoltà nel delineare una linea ed un'identità personale. Con questo film, però, troviamo un ritorno alle origini, un rafforzamento di quelle idee e di quel modus operandi che aveva reso la Pixar nello scorso decennio il faro da seguire per chi fosse interessato alla migliore animazione occidentale, sia livello di contenuti che di tecnica.


La storia è quella classica, che prevede di andare ad addentrarsi in un minimondo (che nei film precedenti erano, giocattoli, poi insetti, mostri, ecc.), ora rappresentato dalla mente umana, descrivendone i processi in modo molto creativo ed originale, accompagnando lo spettatore nella crescita della protagonista, una bambina di 11 anni di nome Riley, che deve affrontare un cambiamento che mette in crisi l'intera famiglia: il trasloco.
Se l'approccio è tipicamente pixariano, anche il tema non è originalissimo, per restare solo in ambito Disney, si può ricordare il corto bellico Reason and Emotion, che però si poneva obbiettivi ben diversi dalla pellicola del 2015.


Questo è un film sull'interiorità e sulle emozioni, quindi è su queste che si posa con attenzione l'occhio dello spettatore. Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto. La loro resa è stupenda, ognuna dotata di una caratterizzazione azzeccata, ma è soprattutto su Gioia e Tristezza che il focus della pellicola si concentra. L'avventura per salvare la vita di Riley si rivela un viaggio nel passato ed un viaggio nell'accettazione. Accettazione della crescita ed accettazione del dolore, come spinta a superare le difficoltà che la vita pone innanzi. Accettazione che il processo del cambiamento non può essere costellato solo dalla positività, ma da tutto il parterre di emozioni, di cui si compone la sfaccettata esistenza umana.


Il film può essere sintetizzato come un canto del cambiamento, l'evoluzione, che avanza distruttrice se non la si accetta o si cerca di atrofizzarla facendo rimanere tutto come un tempo. Bing Bong, l'amico immaginario, è in questo l'emblema di un mondo che col tempo affievolisce e scompare, sacrificandosi per un inevitabile mutazione.


Questo è inoltre un film della crisi. La crisi interiore, che distrugge le basi di ciò che eravamo, per ergerne di nuove sfavillanti una volta ritrovati se stessi. Coscienza del cambiamento, del rinnovamento delle amicizie, degli scontri familiari, della fine dell'ingenuità, del buio dell'anima, la crisi emozionale e spirituale da cui uscire rinsaldati.

Le incomprensioni fra Gioia e Tristezza si esacerbano in una concezione della personalità nebbiosa, ancora ancorata ad un passato infantile, che si sta diradando. La personalità che ritorna dalla crisi e più sfaccettata e pronta per affrontare l'ulteriore crisi che si profila, con un segnale di pericolo di cui nessuna delle emozioni conosce il significato.


La componente umoristica è poi ben presente con le interazioni fra le emozioni rese in modo brillante ed in generale la struttura da "fabbrica" del microuniverso dà luogo a gag ben riuscite, per non parlare di Bing Bong, che crea situazioni assolutamente esilaranti. Inoltre il confronto fra le personalità diverse delle due protagoniste, di quello che in parte è un buddy movie, fanno il resto.



A livello tecnico la qualità è esagerata. Si continua a percorrere la strada del fotorealismo, ma sono, a mio parere, le figure delle emozioni che godono di una realizzazione molto attenta. In particolare la resa della loro "epidermide", scintillante e quasi immateriale colpisce immediatamente. Inoltre tutte le ambientazioni e le interpretazioni delle varie aree della mente, della memoria e della personalità si prestano a rappresentazioni fantasiose ed ingegnose, come ad esempio la camera del pensiero astratto, un concentrato di pura genialità. Pete Docter rinnova il suo percorso personale nella stilizzazione geometrica delle figure, che diventa uno dei mezzi per definire una caratterizzazione dei personaggi, tecnica della quale le emozioni sono il frutto più evidente.


La componente musicale, come in ogni film Pixar non è preponderante, ma Michael Giacchino in questo caso fa un ottimo lavoro nel sottolineare le situazioni che si vengono a creare e ad accompagnare i cambiamenti di rotta, mantenendo però sempre un tema portante che contribuisce a dare unità alla pellicola.

Ci troviamo, quindi, di fronte ad un film potente, un tripudio di creatività e divertimento, che induce a pensare, ma soprattutto comunica il proprio messaggio proprio attraverso quel percorso emotivo che viene così attentamente studiato e rappresentato. La Pixar e Docter ci consegnano un'esperienza piena e di qualità che li riconferma leader nella creazione di storie che possano parlare all'animo delle persone e farle emozionare.

Extra: Lava



Il lungometraggio, oramai come da tradizione, è preceduto da un cortometraggio, in questo caso Lava, diretto da James Ford Murphy, che racconta con dolcezza una strana e struggente storia d'amore fra due vulcani che si bramano, si cercano, fino a poi ricongiungersi, questo sulle note di Somewhere over the rainbow, reinterpretato in salsa hawaiana con tanto di ukulele. Qui il fotorealismo raggiunge alti livelli e si riesce in modo mirabile a rendere le due formazioni vulcaniche, credibili contemporaneamente nel loro antropomorfismo e nella loro naturalità.



Inoltre lascio in calce un paio di link di approfondimento molto interessanti che rimandano al blog My New Animated Life di Pietro Grandi:
E ancora il resoconto della conferenza stampa di Pete Docter a cura di Impero Disney:



- Alter Petrus

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