mercoledì 2 settembre 2015

Dall'Isola che non c'è #1: L'Iterazione di una Fantasia - Parte 1 - Musicana

Iniziamo oggi la rubrica "Dall'Isola che non c'è" per parlare di tutto ciò che non è stato, ma sarebbe potuto essere, cioè dei film d'animazione che dopo più o meno travagliate gestioni sono stati accantonati. Si comincia con un film leggendario, quello che avrebbe dovuto reggere l'eredità di quel capolavoro di Fantasia, ovvero...

MUSICANA


Fantasia & Future Fantasias

Fantasia è stato certamente nel 1940 la definizione dello stato dell'arte dell'animazione. Fino a quel punto essa era stata vista solo come un mezzo di puro intrattenimento rivolto ad un pubblico infantile, basata su di una comicità slapstick. Insomma, roba da bambini o per passare al massimo un quarto d'ora senza pensare. Walt Disney non era però dello stesso parere. La sua visionarietà lo portava a comprendere come l'animazione potesse trasmettere molto di più di quello che i suoi contemporanei ritenevano. Essa poteva ergersi a forma d'arte autonoma e questo provò a realizzare con la sua squadra di animatori, cercando di innovare e di essere sempre all'avanguardia.
Già nel 1937 con la realizzazione di Biancaneve e i Sette Nani Walt si era messo in gioco con una scommessa che nessun altro avrebbe fatto. Realizzare un intero lungometraggio in animazione sembrava una follia. Come si sarebbe potuto convincere un pubblico a guardare più di un'ora di semplici gag? Ma l'intuizione vince sugli scetticismi. Biancaneve infatti si rivela un successo, dando inizio alla formula del film Disney che si mutua, pur mutandosi, fino ad oggi. C'è una storia classica e lineare, certo, ma c'è una storia! Ci si spinge sul lato narrativo, affidando l'elemento comico ai nani e realizzando un equilibrio fra le varie anime del film. Appunto c'è narrazione, umorismo, ma anche una componente gotica ed horror spiccata, il tutto presentato fregiandosi di una mirabile sperimentazione grafica. La strada è oramai iniziata e si decide di continuare prima con Pinocchio e poi con Fantasia.
Ed ecco che la formula comincia a scricchiolare, perché Fantasia è sì a posteriori un capolavoro, rappresentante la frontiera dell'animazione, come mezzo di comunicazione culturale e come arte, precorrendo avanzatissime tecniche di lavorazione, per render al meglio il geniale e strabordante carico di creatività posta nelle varie sequenze, ma si pone di fronte al pubblico con un'identità tragicamente ibrida. Biancaneve e Pinocchio, erano ancora principalmente opere di buon intrattenimento, prima di essere opere di sperimentazione. Con Fantasia questo rapporto di forze cambia in funzione dello sfrenato sperimentalismo e della pura ricerca artistica.

La natura duale del film si esplica nel fatto che per l'opinione pubblica l'animazione era ancora quel puro intrattenimento che era preponderante nei primi corti, solamente strutturato in maniera differente. L'ambizione del Classico del 1940 era però superiore, tant'è che Disney aveva prescritto che in sala si dovevano indossare abiti da sera. Da una parte quindi la critica che sarebbe stata più adatta a interessarsi di questa produzione se ne trovava distante per pregiudizi legati al mezzo espressivo, mentre il pubblico generalista si ritrovava con un film molto diverso da quelli che lo avevano preceduto e, inconsapevoli del pionierismo ad esso insito, ne decretarono il cocente insuccesso. Il flop al botteghino impedì che questo prototipo potesse proseguire la sua strada, nonostante nella mente di Walt il progetto fosse in divenire. Fantasia avrebbe dovuto essere una serie che si sarebbe dovuta aggiornare ciclicamente, per continuare la sperimentazione che si era iniziata. Prove di ciò sono ritrovabili nel documento del 1940 intitolato Future Fantasias, che proponeva nuove idee per ulteriori sequenze di Fantasia, che però non videro la luce. Nonostante il congelamento delle idee, il concept continuò ad essere mantenuto vivo all'interno degli studios, Sul finire degli anni '70, infatti emerse il progetto per una nuova versione di Fantasia: Musicana.

Musiche da tutto il mondo

Sul finire degli anni '70, Mel Shaw, da poco ritornato in Disney, dopo essere stato uno dei concept artists al'opera su Bambi e aver lavorato a molto materiale animato anteguerra, e Wolfgang Reitherman, uno dei Nine Old Men degli studi, si concentrarono sul fondere musica ed animazione, però prendendo in considerazione l'utilizzo di brani ed ambientazioni da tutto il mondo. Shaw aveva a disposizione tutto l'archivio musicale Disney e si preoccupava di dipingere degli straordinari story-board per le varie sequenze in pastello (stile pressoché unico nella consuetudine dell'epoca), per poi realizzare dei filmati nei quali indicava il movimento di camera che aiutassero a visualizzare l'evolversi delle storie. Le sequenze di Shaw, sebbene non ancora raggiunta la forma animata, nei vari meeting legati al progetto definivano una linea ben precisa da dare al film. Shaw e Reitherman si prodigarono largamente per la buona riuscita del progetto, ma la dirigenza, memore della scottatura avuta più di trent'anni prima, non diede mai il via alla produzione che appunto non andò oltre il concept e i primi stadi del development. Reitherman in seguito al fallimento decise che fosse tempo di abbandonare lo studio, mentre Shaw continuò il suo lavoro di concept artist, che lo portò a lavorare su molti della classici della prima parte del Rinascimento Disney, fino al Re Leone.

Le Sequenze

Di Musicana rimangono comunque moltissime informazioni, tra cui tutti gli story-board di Shaw e degli altri artisti coinvolti, che sono già essi dei piccoli gioielli artistici, nonché praticamente ogni idea sull'accompagnamento musicale, grazie all'efficiente sistema di archiviazione Disney, ma procediamo con ordine:

  • Il primo corto sarebbe stato di matrice jazz, situandosi nel profondo sud degli Stati Uniti. Avrebbe trattato di una banda jazz di rane, in un setting notturno paludoso tipico degli scenari della Louisiana, che si sarebbero cimentate in due brani, uno di Ella Fitzgerald e l'altro di Louis Armstrong. Alla fine sarebbero state spazzate via dall'arrivo di un battello e avrebbero cavalcato le onde sulle loro foglie.
    Caricature in forma di rana di Ella Fitzgerald e Louis Armstrong
    Arriva il battello
  • La seconda parte avrebbe dovuto utilizzare un'ambientazione sudamericana, intrisa di elementi mitologici e folkloristici aztechi ed inca. Sarebbe stato pensato su di una canzone cantata da Yma Sumac, di cui Shaw era fan. Ella era un soprano peruviano, che lo stesso Walt Disney aveva incontrato durante gli anni '40 durante i viaggi effettuati per la realizzazione dei film ad episodi Saludos Amigos e I Tre Caballeros, nell'ottica della Good Neighbor Policy.
    Il Quetzalcoatl
    La ragazza uccello sfugge al giaguaro
    La ragazza uccello nella foresta
  • La sequenza a seguire sarebbe stata intitolata The Rain God ed inserita in un setting africano. La storia verteva su di una scimmia, che, rubando un diamante al Dio della Pioggia, ne avrebbe provocato l'ira, causando quindi la siccità per l'intera regione, a scapito delle condizioni di vita degli altri animali della zona. Essi quindi finiranno per dare la caccia alla scimmia e restituire il gioiello alla divinità. Questa scena era stata assegnata alle cure di Ken Anderson.
    Mamma elefante lava il piccolo
    La scimmia ruba il diamante
    La scimmia è costretta a restituire il maltolto
    Il re leone col consigliere rinoceronte
    Character design della scimmia
    Gli animali colpiti dalla tempesta scatenata dall'irato dio
  • Il quarto corto era nei piani L'Imperatore e l'Usignolo, basato sulla fiaba L'Usignolo di Hans Christian Andersen (che tante ispirazioni diede e dà all'animazione Disney). Questa scena doveva vedere come protagonista Topolino, che avrebbe interpretato il proprietario dell'usignolo dimostrando il valore del piccolo uccellino, in confronto con il volatile meccanico cantante che sarebbe stato regalato in seguito all'imperatore. Infatti l'imperatore della Cina avrebbe imprigionato l'usignolo in una gabbia, per sentirlo cantare a comando, per poi dimenticarsene dopo aver ricevuto un prezioso usignolo meccanico, mentre Topolino non l'avrebbe dimenticato. Il ruolo di questa scena sarebbe stato l'Apprendista Stregone di quest'epoca, costituendo entrambi i cortometraggi un tentativo di rilancio del personaggio di Mickey. Così come negli anni Quaranta (quanto il topo era superato in popolarità da Paperino), in quei tempi l'emblema della Disney viveva momenti alquanto opachi (la sua serie di corti si era estinta già nel 1953). In seguito alla cancellazione di Musicana, il compito di rilanciarlo fu affidato a quel meraviglioso gioiello che è Il Canto di Natale di Topolino. Le cose non andarono, quindi, poi tanto male per Mickey Mouse. Non si conosce l'accompagnamento musicale di questo segmento, ma si sa per certo, che nella sua lavorazione era impegnato nientemeno che John Lasseter, che impressionò Shaw per il suo talento e la sua immaginazione. Egli, dopo una formazione e gavetta agli studi di Burbank, avrebbe fondato la Pixar, per poi diventare il direttore dei Walt Disney Animation Studios.


































  • La penultima sequenza ideata aveva come ambientazione la Scandinavia e sarebbe dovuta essere animata sulle note di Finlandia di Johan Sibelius. Avrebbe descritto lo scontro fra un dio dei ghiacci e una dea del sole, che avrebbero utilizzato come armi le forze elementali della natura. Questa battaglia avrebbe scosso i continenti e definito geograficamente proprio la Finlandia ed i suoi laghi.





  • Quindi ultima sequenza a nostra conoscenza è quella dedicata alla popolare storia di Alì Babà e i Quaranta Ladroni, narrata ne Le Mille e Una Notte. La musica da utilizzare sarebbe stata Scheherazade di Rimsky-Korsakov. La vicenda sarebbe stata interpretata da uccelli antropomorfi: Alì sarebbe stato una colomba, mentre il capo dei ladri un falco.














E con questo la retrospettiva su ciò che poteva essere, ma non è stato Musicana si conclude. Tutti gli artisti coinvolti, dopo lo stop alla produzione imposto dalla direzione, passarono oltre, impegnandosi in altre opere. Il progetto però non morì qui. La volontà di riprendere il lascito di Fantasia non era ancora sopito negli animatori, ma si dovette aspettare ancora un po' per vedere risultati concreti. Col passare del tempo fu Roy Disney, nipote di Walt a voler portare avanti un percorso che genererà Fantasia 2000, un atto d'amore verso quella concezione dell'animazione proclamata sessant'anni prima. Il progetto Fantasia vide il ritorno nelle sale, con un'accoglienza altalenante, per fattori diversi rispetto a quelli che definirono il flop del primo film, ma che ugualmente gettarono la formula nell'oblio. Alla prossima, quindi, con la nuova età oscura della Fantasia, ovvero:

Che fine ha fatto Fantasia 2006?



- Alter Petrus

Bibliografia essenzialeMusicana - Disney Wiki
                            Musicana da Edizione Speciale Fantasia 2000 in blu-ray
                                    Contenuti speciali da Edizione Speciale Fantasia in blu-ray

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